Un ballo in maschera | Giuseppe Verdi
Poche opere verdiane ebbero tanti problemi con la censura come Un ballo in maschera. Nel 1859, anno del debutto, per molti era scandaloso un dramma che prevedesse un regicidio, una scena di magia e un amore extraconiugale: per Verdi fu una sfida irrinunciabile. Nel corso dell’opera si preparano due eventi radicalmente diversi: una festa e una congiura. Al centro della vicenda c’è Riccardo, governatore di Boston, il quale, inconsapevole del pericolo che lo minaccia, pensa solo al suo amore per Amelia, la moglie del suo fedele amico Renato. È proprio la scoperta di questo sentimento a destare la gelosia in Renato, spingendolo a unirsi ai congiurati per cercare vendetta durante il fatidico ballo in maschera.
Nell’opera convivono in equilibrio magistrale il comico e il tragico, la frivolezza del paggio Oscar, unico personaggio en travesti di tutto il teatro verdiano, e la passionalità del duetto d’amore dell’atto II e della grande aria di Renato «Eri tu che macchiavi quell’anima». Il capolavoro di Verdi vede il glorioso ritorno del maestro Riccardo Muti, che con questa nuova presenza conferma la sua piena sintonia con l’Orchestra e il Coro del Regio. Atteso debutto nel ruolo di Renato per Luca Micheletti, protagonista dell’ultimo Don Giovanni. In scena un nuovo allestimento firmato da un protagonista del teatro italiano come Andrea De Rosa.
Sito ufficiale del Maestro Riccardo Muti www.riccardomutimusic.com
Conferenza-Concerto: mercoledì 14 febbraio ore 18 - Piccolo Regio Puccini
Melodramma in tre atti
Personaggi e interpreti
Piero Pretti
Luca Micheletti
Lidia Fridman
Alla Pozniak
Damiana Mizzi
Sergio Vitale
Daniel Giulianini
Luca Dall'Amico
Riccardo Rados
Calendario rappresentazioni
Luogo di svolgimento: Teatro Regio Calendario completo
Turno A
Turno D
Turno F
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Turno B
Turno C
Argomento
atto
Il conte Riccardo di Warwick, governatore di Boston, è atteso dai membri del suo entourage. Tra loro, però, c’è anche chi – come Samuel e Tom – cova propositi di vendetta sentendosi vittima di passate ingiustizie. Il conte si presenta annunciato dal paggio Oscar, che quindi gli sottopone la lista degli invitati a una festa che si va preparando. Riccardo è turbato nel vedere tra gli altri il nome di Amelia, la moglie di Renato – il suo più stretto collaboratore – che ama segretamente. Sopraggiunge proprio Renato, che lo mette al corrente delle voci di una congiura ordita per ucciderlo: ma Riccardo non vuole sapere i particolari e minimizza il pericolo, sentendosi adeguatamente protetto dall’amore dei suoi sudditi. Oscar quindi introduce un magistrato che gli sottopone il decreto di esilio per un’indovina di nome Ulrica. Riccardo è perplesso, e Oscar prende le difese della donna. Incuriosito dalla figura della fattucchiera, il Conte invita tutti quanti a recarsi con lui – sotto mentite spoglie – a conoscerla di persona.
Nell’abituro dell’indovina una folla credula ed eccitata la osserva celebrare un rituale che dovrebbe evocare le potenze infernali. Sopraggiunge Riccardo. L’indovina predice al marinaio Silvano che presto sarà ripagato dei sacrifici affrontati al servizio del conte. Riccardo, inosservato, fa scivolare nelle tasche dell’uomo una borsa e una patente di ufficiale: quando Silvano le scopre, lo stupore suo e della folla si traduce in una acclamazione alla maga. Un servitore annuncia quindi l’arrivo di una dama attesa per un colloquio riservato, perciò l’indovina invita tutti quanti ad allontanarsi; tuttavia Riccardo, che ha riconosciuto il domestico di Amelia, trova un nascondiglio dove poter ascoltare il colloquio tra le due donne. Amelia chiede consiglio per rimuovere dal proprio cuore un amore colpevole, e Ulrica le indica il rimedio in un’erba magica, che tuttavia dovrà raccogliere da sé nel luogo desolato ai margini della città dove viene eretta la forca. Dall’esterno si rumoreggia; perciò Ulrica congeda Amelia e fa entrare una folla bizzarra: è la compagnia dei cortigiani travestiti. Riccardo, fingendosi pescatore, chiede a Ulrica di predirgli il futuro. Ulrica si rende conto di essere presa in giro, ma cede all’insistenza di Riccardo, e gli predice la fine imminente. I cortigiani sono turbati; Samuel e Tom temono di vedere svelata la loro cospirazione; Riccardo, invece, irride sia il vaticinio sia la credulità dei suoi amici e invita Ulrica a fornire altri particolari. Riccardo – precisa Ulrica – sarà assassinato dall’uomo che per primo gli stringerà la mano. In quel momento sopraggiunge Renato, che saluta calorosamente il conte. Tutti sospirano sollevati: Riccardo non sarà certo ucciso dal suo migliore amico. Il conte rimprovera bonariamente Ulrica – che con tutta la sua chiaroveggenza non ha saputo capire la vera identità di chi aveva di fronte, né immaginare che sul proprio capo pendeva una condanna all’esilio. La maga lo ringrazia per la magnanimità, ma ribadisce il sinistro presagio. In quel momento, preceduta da Silvano, entra la folla, che acclama festante Riccardo ormai smascherato.
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Amelia si reca sul luogo indicato da Ulrica: è determinata a rinunciare al proprio colpevole amore, pur sapendo che la sua vita ne rimarrà come svuotata. Riccardo, che l’ha seguita, la affronta e ha sùbito ragione della sua fragile resistenza: Amelia si getta tra le sue braccia. Si odono però dei passi: Amelia si copre il volto al sopraggiungere di Renato, che ha seguito il conte per avvisarlo che gli assassini sono sulle sue tracce. Riccardo si lascia convincere a dileguarsi, ma prega l’amico di ricondurre in città la sua compagna, senza tentare di scoprirne l’identità. Renato invita la donna velata a seguirlo, ma subito la loro strada è sbarrata dai cospiratori. Scornati per aver sorpreso Renato, anziché il conte, i congiurati – scoperto il volto della donna – si abbandonano a sarcastici commenti sul fatto che un uomo scelga un simile luogo per appartarsi con la propria moglie. Renato, sconvolto, chiede a Samuel e Tom di incontrarli il giorno successivo.
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Il giorno dopo Renato, gelido, avverte Amelia che a nulla varranno le lacrime: dovrà pagare con la vita il suo tradimento. Rimasto solo, maledice Riccardo, colpevole di aver posto fine alla felicità della sua famiglia. Samuel e Tom, presentatisi all’appuntamento, sono stupefatti nell’apprendere che Renato intende unirsi alla congiura. Crudelmente Renato costringe Amelia ad estrarre da un’urna, che contiene tre biglietti, il nome di uno di loro: e la sorte riserva proprio a lui il ruolo di carnefice. Sopraggiunge quindi Oscar con l’invito ufficiale al ballo di quella sera: sarà una magnifica festa in maschera. I tre uomini concordano che quello sarà il momento ideale per compiere la vendetta, mentre Amelia, disperata, si chiede come mettere sull’avviso Riccardo.
Solo nel suo studio, Riccardo decide di rinunciare ad Amelia, e di disporre per l’immediato ritorno di lei e di Renato in Inghilterra. Oscar gli reca un biglietto anonimo che lo avvisa di quanto sta per accadere, ma il conte decide di intervenire ugualmente alla festa: non intende dare un’immagine di debolezza ai suoi nemici, e soprattutto non intende rinunciare a vedere Amelia un’ultima volta.
Ha inizio lo splendido ricevimento: Oscar non vorrebbe rivelare quale sia la maschera del conte, ma cede quando Renato lo convince di dovergli comunicare gravi notizie. Amelia affronta Riccardo esortandolo ancora una volta a mettersi in salvo, e Riccardo le rivela di aver deciso di rinunciare a lei, quando Renato lo colpisce. Riccardo giura all’amico che Amelia è pura, gli mostra il decreto di promozione con cui lo avrebbe rimandato in patria, e spira pronunciando parole di perdono per i nemici, e di commosso addio alla sua patria e al suo popolo.